A proposito degli enti del terzo settore vi sarà certamente capitato di imbattervi nelle locuzioni “NO profit” e “NON profit” utilizzate alternativamente nel medesimo contesto, attribuendogli pertanto il medesimo significato, ma vi siete mai chiesti se sono davvero termini equivalenti o se invece vi siano delle differenze?
Cerchiamo di fare chiarezza sul punto.
No profit
Prendendo spunto dalla definizione fornita dall’Accademia della Crusca, il prefisso “NO” assume il significato di totale negazione e rifiuto assoluto del profitto. In pratica tutti gli operatori del settore dovrebbero perseguire esclusivamente una logica di volontariato e di attività profusa gratuitamente. Ciò implicherebbe che nella maggior parte dei casi un ente che volesse seguire tale modo di operare esauriti gli eventuali fondi iniziali si ritroverebbe poi nell’impossibilità di continuare ad operare.
Non profit
Dall’inglese “not-for-profit” ovvero senza scopo di lucro o “non per profitto”, mancato perseguimento di una logica di divisione degli utili eventualmente prodotti. In questo caso vi è o può essere un profitto il quale però va reinvestito nelle attività perseguite dell’associazione.
La sfumatura di significato delle due locuzioni pertanto sostiene concetti ben diversi tra loro e se da un punto di vista della grammatica italiana oramai viene usato in maniera indistinta NO e/o NON profit, da un punto di vista prettamente professionale è opportuno parlare più correttamente di NON PROFIT.
Gli utili eventuali pertanto non rappresentano, e ci mancherebbe, una cosa cattiva, ma è essenziale sapere che l’associazione non deve dividerli tra i soci (concetto base del NON profit) ma li dovrà utilizzare come investimento con il fine di farne accrescere la struttura e garantirne l’operatività.
Bisogna sdoganare il concetto che “l’associazione deve avere un bilancio entrate uscite in pareggio”, è una dinamica sbagliata sia sotto il profilo gestionale che sotto quello ispettivo in caso di controllo dell’Agenzia delle Entrate.
Un’associazione che ogni anno ha un pareggio di bilancio o addirittura delle perdite è un’associazione destinata alla chiusura.
Se siete degli operatori del settore e invece vi è stato riferito che è un bene per l’associazione non avere profitto (ovvero entrate pari o addirittura inferiori alle uscite), allora vi consiglio caldamente di cambiare consulente.