Il decreto sui controlli al Terzo Settore
Dal 15 settembre 2025 è entrato in vigore il decreto che disciplina i controlli sul Terzo Settore. Si tratta di un passaggio fondamentale per completare la riforma: vengono stabilite regole chiare su vigilanza, monitoraggio e responsabilità.
La novità principale
Non saranno solo gli Uffici del Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) a svolgere i controlli: anche i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) e le Reti Associative Nazionali (RAN) potranno essere autorizzati a vigilare sui propri associati.
Il decreto è il risultato di un lungo confronto tra Ministero del Lavoro, Conferenza Stato-Regioni, CSVnet e Forum Terzo Settore.
Cosa prevede il decreto
Il decreto del 7 agosto 2025 stabilisce con precisione modalità, tempi e contenuti dei controlli.
In breve:
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Controlli ordinari: possono svolgerli Uffici Runts, CSV e RAN autorizzati.
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Controlli straordinari (più approfonditi o su casi specifici): restano di competenza esclusiva degli Uffici Runts.
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CSV e RAN decidono liberamente se candidarsi come soggetti autorizzati.
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Possibilità di convenzioni tra enti autorizzati e non, per rendere la vigilanza più capillare.
Chi sarà controllato
Tutti gli ETS iscritti al Runts saranno sottoposti a controlli, tranne:
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cooperative sociali,
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imprese sociali,
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società di mutuo soccorso.
Tipologie di controlli
Controlli ordinari
Hanno carattere programmato e ciclico. Servono a verificare:
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i requisiti di iscrizione e permanenza al Runts;
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il rispetto delle finalità civiche, solidaristiche e sociali;
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gli obblighi derivanti dall’iscrizione.
Saranno effettuati ogni tre anni (revisione triennale).
Per gli enti con entrate annue fino a 60.000 euro è prevista una procedura semplificata.
Controlli straordinari
Sono avviati solo dagli Uffici Runts e possono essere:
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a campione, su determinate categorie di enti;
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specifici, in caso di irregolarità emerse nei controlli ordinari.
Programmazione e tempistiche
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Il primo ciclo triennale partirà dal 1° gennaio successivo all’iscrizione al Runts.
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Entro il 31 marzo, ogni soggetto autorizzato (Uffici Runts, CSV, RAN) dovrà inserire nel sistema informatico un programma triennale con l’elenco degli enti da controllare.
Chi svolgerà i controlli
CSV e RAN potranno nominare dei soggetti incaricati (persone fisiche) che eseguiranno i controlli. Possono essere:
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dipendenti,
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collaboratori,
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professionisti esterni.
Requisiti:
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iscrizione in un elenco pubblico aggiornato,
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esperienza documentata,
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formazione adeguata.
Divieto assoluto in caso di conflitto di interessi (art. 2399 c.c.).
La responsabilità finale resta sempre a carico di CSV e RAN.
Contributo economico
Il Ministero riconosce un rimborso parziale delle spese per i controlli, in base alle entrate annue dell’ente:
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50 € fino a 60.000 €;
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100 € tra 60.000 e 300.000 €;
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250 € tra 300.000 e 1.000.000 €;
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500 € oltre 1.000.000 €.
Se il budget ministeriale non basta, i contributi potranno essere ridotti.
Modalità operative
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Comunicazioni via PEC per le richieste di documentazione;
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Verifica dei documenti (bilanci, verbali, atti rilevanti);
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Sopralluoghi in sede, se necessari.
Gli enti avranno 30-90 giorni per correggere eventuali irregolarità.
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto saranno approvati modelli standard di verbale, validi per tutto il Paese.
Avvio dei controlli
I controlli inizieranno solo dopo un decreto specifico del Ministero, che attiverà la sezione informatica dedicata nel sistema Runts.
Effetti per gli ETS
Il nuovo sistema porta:
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controlli più diffusi e non solo affidati agli uffici pubblici,
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maggior responsabilità per CSV e RAN,
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più trasparenza verso cittadini e aderenti.
Per gli enti più piccoli, la revisione semplificata è un segnale di attenzione alla proporzionalità.
Conclusione
Questo decreto segna un passo decisivo: CSV e RAN diventano protagonisti della vigilanza, con responsabilità ma anche con il sostegno di risorse dedicate.
Per gli enti del Terzo Settore non si tratta solo di “superare i controlli”, ma di rafforzare trasparenza e correttezza, consolidando il proprio ruolo di attori fondamentali per solidarietà, coesione sociale e utilità collettiva.